Un po' di storia
Fondato nel 1977, il Museo Civico Polironiano di San Benedetto Po è uno dei maggiori musei etnografici d'Italia. Con oltre 13.000 oggetti costituisce un importante documento storico e propone un recupero delle testimonianze, materiali e immateriali, specifiche dell'area di riferimento del Museo: la pianura fluviale solcata dal Po, adagiata tra le Prealpi e l'Appennino Tosco-Emiliano. Oggi quello che si visita è il nuovo allestimento inaugurato il 2 ottobre 2009 che si trova nei suggestivi piani superiori del complesso monastico. La prima parte (sezioni 1 - 15) del nuovo allestimento è dedicata alla cultura materiale e alla società rurale; la seconda (sezioni dalla 16 alla 24) è riservata alla magia, alla religione popolare, alle leggende locali e alle espressioni artistiche del mondo padano. Di notevole interesse anche la collezione storico-archeologica del Museo, attualmente esposta nei seminterrati dell'ex refettorio monastico. La collezione comprende materiali fittili, lapidei e ceramiche conventuali recuperati durante le campagne di scavo. Un'altra importante collezione è quella degli antichi carri agricoli reggiano–modenesi che si trova nei seminterrati dell'ex infermeria monastica.
Agli inizi degli anni '70 un gruppo di giovani di San Benedetto Po e di altri comuni della Bassa mantovana comincia a raccogliere oggetti ormai in disuso, quali reperti materiali del lavoro e della vita contadina, con lo scopo di conservarli in un museo finalizzato al recupero ed al restauro degli ambienti dell'ex monastero di Polirone.
I primi anni sono densi di attività espositive locali che attirano l'attenzione del grande pubblico su questa iniziativa spontanea.
Nel 1975 con la partecipazione alla mostra realizzata a Londra "Andrea Palladio 1508 – 1580 – The portico and the farmyard" il gruppo si guadagna la fiducia delle istituzioni pubbliche e viene formalmente istituito il Museo Civico Polironiano con sede nell'ex foresteria benedettina.
Da circa un anno (1974) il Comune aveva avviato opere di manutenzione nella biblioteca monastica e in alcune stanze al primo piano del Chiostro di San Simeone, spazi utilizzati, fino a poco tempo prima, come sede della scuola dell'obbligo e come casa di riposo per anziani.
Negli anni seguenti, mentre proseguono i restauri negli altri ambienti del complesso monastico, il Museo partecipa a fiere e convegni, facendosi conoscere ed aumentando, soprattutto grazie a donazioni di privati, il proprio patrimonio di reperti, che diventa cospicuo.
Il 2 ottobre 2007 viene inaugurata la prima grande mostra: "Arte e lavoro nella civiltà padana". Per il Museo è l'avvio di un lungo percorso rivolto, da un lato, allo studio e all'ulteriore incremento delle collezioni, e dall'altro aperto ad un'intensa collaborazione col mondo della scuola e con gli organismi culturali e sociali del territorio.
L'importante presenza dell'ex abbazia benedettina costituisce, fin dalle origini, uno stimolo per fare del Museo una sede in cui sviluppare il confronto tra gli strumenti tradizionali del lavoro contadino, e le loro decorazioni, con la produzione artistica dell'età medievale e monastica, oltre che con i diversi livelli culturali documentabili nell'intera area polironiana, che comprende larga parte del Mantovano e dell'Emilia.
Negli anni '80 viene allestito il primo nucleo stabile del Museo strutturato come una grande esposizione di carattere interdisciplinare, suddivisa in varie sezioni le quali documentano la cultura materiale, agricola ed artigiana, fra XIX e XX secolo.
Negli stessi anni vengono inaugurate anche nuove sezioni del Museo: una dedicata ai reperti storico – archeologici dell'ex Monastero; un'altra dedicata al carro agricolo italiano (grazie al deposito temporaneo dell'importante collezione del dott. Carlo Contini); una terza ai materiali del teatro di figura appartenuti ad alcune tra le più rinomate famiglie di marionettisti e burattinai italiani (Zaffardi, Pallavicini, Besutti, Murovech, Campogalliani, ed altri.
Nel 1999 iniziano i lavori di consolidamento delle volte della sala capitolare che costringono a chiudere al pubblico tutto il lato ovest del Museo, interrompendo la circolarità del percorso espositivo.
Nel 2006 infine, a seguito della sottoscrizione, da parte degli Enti locali preposti (Comune, Provincia, Regione), dell'Accordo di programma quadro per il restauro e l'adeguamento impiantistico del complesso degli edifici monastici viene chiusa per un triennio l'intera sede museale e si apre il cantiere dei lavori.
Parallelamente a questo intervento, terminato nel dicembre 2008, ha inizio lo studio museologico che porta al totale riallestimento del complesso, concepito in base ad una nuova concezione del percorso di visita, il quale include, oltre all'esposizione di beni demologici materiali, anche la rappresentazione dei beni cosiddetti "immateriali" (tradizioni orali, saperi pratici, ritualità popolare, ecc.).Allo studio preliminare di fattibilità hanno partecipato, in qualità di consulenti esterni, anche esperti noti a livello nazionale, facenti parte della società SIMBDEA (Società Italiana per la museografia e i beni demoetnoantropologici).
Il 2 ottobre 2009 è stato inaugurato il nuovo allestimento del Museo Civico Polironiano, poi completato nel 2011 e nel 2015, con la Galleria del teatro di figura popolare.