Erba benedetta - Turismo San Benedetto Po

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GEUM URBANUM (ERBA BENEDETTA)

Da dove deriva il nome: il termine deriva dal greco geno (buon sapore). L’epiteto specifico urbanum fa riferimento al luogo in cui si sviluppa la pianta.

I termini volgari con cui è conosciuta sono erba benedetta, garofanaia e geum.

Da dove arriva: la pianta è presente in Europa e in Medio Oriente. È diffusa dal mare alla zona montana e cresce in boschi alluvionali, boschi abbandonati, sui muri e in genere in luoghi freschi e ombrosi. È distribuita nelle zone fredde e temperato-fredde.

Proprietà curative: geum urbanum ha proprietà:

- digestive

- astringenti

- antinfiammatorie

- antisettiche

- diaforetiche

- febbrifughe

E viene utilizzata peri:

- infezioni alla bocca

- rafforzare le gengive

- stimolare l’appetito

- regolare il buon funzionamento dell’apparato digerente.

Usi in cucina: le foglie di geum urbanum vengono utilizzate in insalate o in aggiunta a minestroni e zuppe, oppure vengono lessate per altre preparazioni. La radice essiccata viene usata (al posto dei chiodi di garofano) per aromatizzare brodi, stufati, birra, vino e liquori.

Ricetta:

Grappa

Ingredienti: 1 litro di grappa e una manciata di radici di Geum urbanum.

Per aromatizzare la grappa con questa erba è necessario utilizzare esclusivamente il rizoma.

Le parti raccolte vanno tagliate a pezzi e seccate al sole. Una manciata di queste radici dovrà macerare per circa 2 mesi in un litro di grappa che poi verrà filtrata e fatta stagionare per sei mesi.

Il liquore ottenuto sarà di colore marrone-dorato, avrà un profumo aromatico e il gusto amaro della genziana.

Curiosità:

- nel Medioevo era chiamata erba benedetta, poiché si riteneva che proteggesse dagli spiriti maligni e dalle bestie velenose, infatti la radice veniva indossata come amuleto

- esiste una leggenda legata a San Benedetto, secondo cui un monaco portò al santo un calice con del vino al geum urbanum, il cui aroma doveva mascherare quello del veleno, ma quando San Benedetto lo benedì il veleno volò fuori e così l’intento del monaco venne smascherato

- la tradizione associa la pianta al simbolismo Cristiano dato che le sue foglie crescono in gruppi di tre (la Santa Trinità) e i fiori hanno cinque petali (le ferite di Cristo)

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